Tetrao urogallus
Il gallo cedrone o urogallo (Tetrao urogallus) è un uccello appartenente alla famiglia dei Phasianidae.
Aspetti morfologici
È il più grande dei tetraoni: misura in lunghezza da sessantacinque a settanta centimetri, in apertura alare un metro e trenta, ha ali
di quaranta centimetri, coda di trentacinque, e pesa dai quattro ai
cinque chilogrammi. Come caratteri morfologicamente distintivi non si
possono citare, rispetto alle regole generali della famiglia, che la coda arrotondata e le piume prolungate della gola; quanto poi all'abito, esso è nericcio sul capo e sulla gola, cinerino-scuro con ondeggiamenti neri
sulla parte posteriore del collo, nericcio e cinerino sull'anteriore, finemente punteggiato di cinerino e di bruno-ruggine sul dorso fondamentalmente nericcio, le ali sono brune e nere con sfumature verso il ruggine, la coda nera con poche macchie bianche, il petto verde-acciaio lucido, e il resto delle parti inferiori chiazzato di bianco e di nero. L'occhio è bruno, la membrana perioculare rossa e il becco bianco-corneo. Diremo in seguito delle tinteggiature che, da una muta all'altra, compaiono sull'abito dei giovani.
sulla parte posteriore del collo, nericcio e cinerino sull'anteriore, finemente punteggiato di cinerino e di bruno-ruggine sul dorso fondamentalmente nericcio, le ali sono brune e nere con sfumature verso il ruggine, la coda nera con poche macchie bianche, il petto verde-acciaio lucido, e il resto delle parti inferiori chiazzato di bianco e di nero. L'occhio è bruno, la membrana perioculare rossa e il becco bianco-corneo. Diremo in seguito delle tinteggiature che, da una muta all'altra, compaiono sull'abito dei giovani.
Per le femmine, che sono intanto più piccole dei maschi di circa un
terzo, i tratti distintivi del colore sono dati dalle striature
trasversali giallo-ruggine e bruno-nere che segnano il nericcio della
testa e della parte superiore del collo, dal bruno-nero, giallo-ruggine e
giallo-grigio-ruggine che si mescolano nelle altre parti superiori del
corpo, dal rosso-ruggine con fasce trasversali nere delle penne
timoniere; la gola e la curva dell'ala sono giallo-rosse, la parte
superiore del petto è rosso-ruggine, il ventre ha fasce interrotte
bianche e nere su fondo giallo-ruggine.
Distribuzione e habitat
Questa specie popolava, in passato, tutte le selve più ampie dell'Europa settentrionale e dell'Asia; oggi i suoi confini non si sono ridotti, ma la si incontra in numero notevolmente minore. In Italia la specie è estinta sulle occidentali mentre è ancora presente nelle zone montuose di Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli. Il suo areale è in costante diminuzione in tutto il continente europeo diventando più frequente soltanto nei vasti boschi di Scandinavia e Russia.
Dovunque preferisce i boschi di montagna a quelli di pianura, ed ha
bisogno di alberi di alto fusto - soprattutto quelli resinosi - in zone
abbondantemente irrigate e ricche di cespugli e bassi arbusti con
bacche; ama pure i terreni paludosi. Sulle Alpi vive prevalentemente ad una quota fra i 1.200 e i 1.700 metri, in boschi maturi di conifere (eventualmente miste a faggio),
con piante secolari, ma con densità rada o fitti con radure, con strato
arbustivo discontinuo. Si tratta di boschi un tempo abbondanti, ma ora,
a causa della riduzione dei tagli selvicolturali, hanno lasciato il posto a fitti boschi, in cui il gallo cedrone non riesce più a vivere.
Uccello stazionario, è indotto a spostarsi dalle sedi abituali solo
dal sopravvenire di forti freddi e di abbondanti nevicate che rendono
impossibile il reperimento del cibo: ma non appena la stagione migliora,
riprende la via dei luoghi preferiti. Certe volte, quando il suo
territorio è completamente coperto dalla neve, si ritira sui rami degli
alberi, e vi trascorre lunghi periodi nutrendosi di foglie. In generale
trascorre le sue giornate sul terreno, in continue corse fra gli sterpi e
i bassi arbusti dove va in cerca di alimento, levandosi in volo
soltanto di fronte a qualcosa di sorprendente. Il cibo consta di gemme
d'albero, foglie, bacche, semi, trifoglio ed insetti. Nel periodo
dell'amore il gallo cedrone si accontenta di cibi più grossolani, e
sembra non volersi quasi dar pena di cercare alimento; in ciò si
differenzia dalla femmina, e da ciò proviene forse quella tenace
fibrosità che rende le carni degli individui adulti quasi immangiabili,
mentre quelle della femmina sono delicatissime e saporose. Per digerire
il cibo ha bisogno di sabbia o di finissima ghiaia, e si accosta
all'acqua più volte durante il giorno.
Voce
La femmina emette dei versi come il fagiano,
una specie di "Koc", il maschio ha invece un canto molto più modulato,
che inizia con una specie di "ticap", e termina con un "pop", ed altre
note.
Riproduzione

Tetrao urogallus urogallus
In quest'epoca è pure più facile udire il verso di questi uccelli,
vivacissimo allorché spunta il giorno e sensibile anche nelle ore
notturne. All'alba i maschi si chetano e si recano presso le femmine che
si trastullano a qualche distanza: dopo averle raggiunte, rinnovano le
grida, girano loro intorno e alla fine le costringono a cedere ai loro
voleri. A volte le femmine mostrano delle predilezioni per questo o quel
maschio, e da ciò nascono accanite lotte; certi maschi non riescono a
raggiungere il loro scopo e gridano per amore ancora nel maggio, nel giugno e perfino nel luglio.
Dopo qualche settimana, i galli cedroni ritornano soddisfatti alle loro
sedi, e le femmine si mettono ad edificare il nido. Ciascuna sceglie un
luogo adatto e si scosta dalle altre: il nido consiste in una depressione poco profonda rivestita sommariamente di ramoscelli secchi, e contiene un numero di uova
variabile in rapporto con l'età della madre, che, se è giovane, non ne
depone più di sei o otto; se adulta, da dieci a dodici. Le uova sono
proporzionalmente piccole, a guscio lucente e sottile, e su fondo
grigio-giallo o giallo-bruniccio sono sparse di macchie e punti più
scuri. Vengono covate
con cura commovente dalla madre che non lascia il nido nemmeno in caso
di gravissimo pericolo, e specialmente negli ultimi giorni può essere
agevolmente afferrata con le mani. Sfortunatamente, non sempre essa è
abbastanza prudente nello scegliere i luoghi meno esposti ai rapaci.

Dopo che i piccoli sono sgusciati, bastano poche ore a rasciugarli, e
poi se ne stanno sempre presso la madre che ne ha le cure più attente
ed affettuose, ricorrendo a mille artifici per sventare i pericoli che
li minacciano, ed è commovente vederla avvertire i suoi pulcini,
inducendoli a scomparire in un attimo ed a nascondersi, approfittando
delle possibilità di mimetizzazione che sono connesse al colore del loro
piumaggio. Dopo poche settimane i nuovi nati sono già abbastanza
vestiti di piume e penne per potersi sollevare nell'aria, ma non vestono
l'abito completo che molto più tardi, secondo un susseguirsi di
mutazioni, sul quale è opportuno fermarsi. Appena nati, sono di colore
generale giallo-ruggine, con le redini marginate da due strisce brune
longitudinali e con una macchia bruna collocata tra di esse; una
striatura bruna passa in forma di arco al di sopra degli occhi, tra i
quali se ne scorgono altre due, bruno-nere, che si congiungono
posteriormente; l'occipite è segnato all'indietro da una fascia nericcia
sulla quale è disposta verticalmente una striscia che scende lungo la
linea mediana del collo; le piume del dorso hanno macchie e striature
brune e nericce, e quelle dell'addome sono grigio-giallo zolfo, più
chiare sulla gola. L'occhio è azzurrognolo, la pupilla color piombo, la
mascella superiore scura, l'inferiore color corno-chiaro; dita ed unghie
dei piedi, già coperte di piumino, hanno colore gialliccio.
Dopo qualche giorno incominciano a spuntare le remiganti, poi le
piume del dorso e del petto e quelle del capo, cosicché, in breve, il
primo abito è compiuto. In esso tutte le piume del capo, della parte
posteriore del collo e del dorso sono nerastre alla base, bianchicce in
punta, striate di giallo-ruggine lungo il fusto e macchiate
trasversalmente di questo stesso colore e di nero; le remiganti sono
nero-grige con fasce e macchie giallo-ruggine, le copritrici superiori
delle ali sono simili alle piume del dorso, e le parti inferiori sono
giallo-ruggine con macchie e fasce brune.

Giunto alla metà della sua mole ordinaria, il gallo cedrone
incomincia a mettere le piume dell'abito completo, principiando dall'ala
e dalla coda e proseguendo sui fianchi, sul petto e sulle altre parti
del corpo. Esse crescono così lentamente che, quando l'abito è compiuto,
l'uccello ha già raggiunto il suo completo sviluppo. Nel tardo autunno
la giovane famiglia si divide per sessi, le femmine restano con la
madre, i maschi gironzolano in compagnia, fanno già udire di quando in
quando la loro voce e talvolta lottano: nella primavera successiva hanno
già tutti i costumi dell'adulto.
La volpe e l'astore
sono i principali nemici di questa specie, che deve, tuttavia,
guardarsi da molti altri avversari. Gli adulti, molto prudenti, si
difendono bene, ma i giovani e ancor più le uova vengono spesso
distrutti.
Rapporti con l'uomo
Data la natura schiva della specie, è molto difficile avvicinarlo, se
non nei periodi d'amore e cova. La specie è stata per tanti anni
oggetto di un prelievo venatorio eccessivo, rischiando l'estinzione.
Allo stato attuale la specie è protetta a livello nazionale e come tale
non cacciabile. Inoltre la specie può essere allevata come animale da giardino o per il ripopolamento.
Note
- Gill F. and Donsker D. (eds), Family Phasianidae in «IOC World Bird Names (ver 3.4)», International Ornithologists’ Union, 2013. URL consultato il 20 luglio 2012.
Bibliografia
- BirdLife International 2004. Tetrao urogallus. In: IUCN 2013. IUCN Red List of Threatened Species. Versione 2013.1
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